sabato 8 ottobre 2016

8 ottobre 2016 - Da Treia a Macerata per ricordare il sorriso di Dante Cecchi - Presentazione del libro: “Dante Cecchi. L’avventura di un intellettuale nelle Marche del Novecento”


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Prof. Dante Cecchi, in piedi che sorride

A Macerata era da un bel po' che non ci andavo,  l'8 ottobre 2016 però sono stato precettato da Lorenzo Luccioni per accompagnarlo alla manifestazione organizzata dal comune amico Alberto Meriggi, che si svolgeva al Teatro Lauro Rossi,   unitamente alla presentazione del libro “Dante Cecchi. L’avventura di un intellettuale nelle Marche del Novecento” un'antologia di vari autori dedicata al compianto prof. Dante Cecchi, grande educatore, storico e amministratore maceratese, in occasione del primo anniversario della sua scomparsa. 

Evidentemente questo personaggio era ed è tutt'ora amato dalla popolazione della provincia di Macerata lo dimostrava la folta presenza di pubblico ed il numero dei relatori chiamati a descriverne l'avventura. Lorenzo ed io siamo riusciti ad aggiudicarci un palchetto quasi di fronte al palcoscenico e quindi non ci siamo dovuti sguerciare molto per osservare lo svolgimento della manifestazione, condotta con  savoir faire dal nostro Alberto Meriggi, il quale in veste di chaperon ha tessuto le fila e guidato con sagacia la sequenza dei numerosi interventi. 

Purtroppo non abbiamo potuto assistere all'intero programma facendo però  in tempo ad ascoltare i relatori principali,  fra cui -primo in ordine di apparizione-  il sindaco Romano Carancini di Macerata, patrocinante l'evento.  Subito dopo  ho apprezzato il discorso di Daniele Salvi, Capo Gabinetto della Regione Marche, in cui ha evidenziato "l'importanza dell'azione indefessa di Dante Cecchi, svolta a mantenere un alto livello culturale negli eventi marchigiani e maceratesi, cosa estremamente importante e necessaria per non cadere nel glamour di una pseudo cultura  di massa”, queste più o meno le sue parole. 

Altrettanto valido è stato il messaggio di Gilberto Piccinini il quale ha ricordato l'opera svolta dal  prof. Cecchi "per la salvaguardia della memoria e della storia locale, soprattutto dei piccoli comuni marchigiani che con i loro statuti hanno dato una forte spinta verso una  democrazia compiuta, anche in tempi oscuri della nostra storia, certamente -ha continuato Piccinini- Dante Cecchi avrebbe disapprovato la tendenza omologatrice di questi ultimi anni che si manifesta anche nell'accorpamento amministrativo di diversi centri storici marchigiani con relativa perdita dei nomi e delle tradizioni locali”. Questa di Piccinini è sicuramente una presa di posizione importante ed in perfetta sintonia con la filosofia bioregionale. 

Una nota umana è stata successivamente portata dall'unica relatrice del primo round, Angiola Maria Napolioni, un po' emozionata davanti alla platea, come dovrebbe essere sempre per tutti quando ci si trova a commemorare una persona che non c'è più, ma che  -si presume- ci ascolta dall'Aldilà. 

Beh, dopo un paio d'ore di ascolto, Lorenzo ed io siamo dovuti tornare a Treia, verso l'uscita abbiamo salutato il regista Fabio Macedoni che attendeva il suo turno per intervenire sul palco, ma non potevamo aspettare oltre:  Lorenzo per impegni familiari ed io per il mio impegno redazionale. 

Usciti dal teatro abbiamo incrociato il primo dei tamburini treiesi che erano stati chiamati ad esibirsi sul palcoscenico con una loro performance ritmica. Per fortuna che già conoscevamo i loro ritmi e la loro bravura, altrimenti avremmo perso una buona occasione per ascoltarli...

Paolo D'Arpini

L'autore in posa con un tamburino davanti al Teatro Lauro Rossi 




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